Il progetto LIFE PRIMES
Il progetto si propone di ridurre i danni causati al territorio e alla popolazione da eventi come piene, alluvioni e mareggiate, dovuti a fenomeni meteorologici intensi sempre più frequenti.LIFE PRIMES è l’acronimo di Preventing flooding risk by making resilient communities ovvero prevenire il rischio alluvioni rendendo le comunità resilienti.
LIFE14CCA/IT/001280 è un progetto approvato nell’ambito del programma LIFE 2014-2020 sulle strategie di adattamento ai cambiamenti del clima.
La Commissione europea ha stanziato un contributo di 1.085.761 euro pari al 46% dei costi totali ammissibili di progetto (2.366.767 euro).
Il soggetto capofila è l’Agenzia regionale di protezione civile. I partner sono Arpae Emilia-Romagna, la Regione Emilia-Romagna – Direzione regionale Cura del territorio e dell’Ambiente, le Regioni Marche e Abruzzo e l’Università Politecnica delle Marche.
Avviato nell’ottobre 2015, si compone di una serie di misure e azioni che saranno svolte durante i 34 mesi di durata del progetto. I risultati di Primes saranno presentati a Bruxelles in occasione degli Open days di Life e all’Annual Global Forum on Urban Resilience & adaptation di Bonn.
Il progetto si propone di ridurre i danni causati al territorio e alla popolazione da eventi come piene, alluvioni e mareggiate, dovuti a fenomeni meteorologici intensi sempre più frequenti e previsti in probabile aumento negli scenari climatici futuri. Con “Life Primes” si mira a potenziare i sistemi di allertamento nelle tre regioni partner, attraverso lo sviluppo di procedure e sistemi informativi omogenei e integrati a livello interregionale, la definizione di scenari di rischio e la realizzazione di uno spazio web condiviso con le comunità locali.
Nell’ambito del progetto sono state individuate alcune aree pilota nelle tre regioni: si tratta di Imola, Mordano, Lugo , Sant’Agata sul Santerno, Poggio Renatico (località Gallo), Ravenna (località Lido di Savio) in Emilia-Romagna; Senigallia e San Benedetto del Tronto nelle Marche; Scerne di Pineto e Torino di Sangro in Abruzzo. In queste zone saranno realizzate attività di informazione e conoscenza del rischio ed esercitazioni; inoltre si sperimenteranno modalità di partecipazione attiva da parte dei cittadini alle politiche locali di governo del territorio, attraverso la costruzione collettiva dei “piani civici” che saranno integrati nei piani comunali di emergenza.
In alcuni comuni delle aree pilota si testeranno in particolare “sistemi di allertamento partecipati” che permettano una rapida diffusione delle allerte in situazioni di alluvioni lampo e mareggiate, che si sviluppano in tempi rapidissimi.